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Un “caveau” per preservare le razze zootecniche locali italiane

28 Ottobre 2022

A livello globale è in atto un processo di abbandono dell’allevamento di razze locali in aree marginali con conseguente perdita di biodiversità, di produzioni tipiche, di agroecosistemi e di valore ambientale, paesaggistico e culturale. Sono quindi necessarie strategie di salvaguardia efficienti e partecipate per contrastare tale fenomeno. La strategia di salvaguardia ottimale indicata dalla FAO è quella di mantenere le razze all’interno dei sistemi produttivi tradizionali (in situ) affiancando ad essa la conservazione di materiale genetico in apposite criobanche. La crioconservazione, ovvero il congelamento di spermatozoi, ovociti ed embrioni, in azoto liquido a -196°C, consente di disporre di backup nei casi in cui nelle popolazioni di interesse di salvaguardia si verifichino problemi genetici, e diviene strategia di elezione quando le metodologie di conservazione in situ sono inefficaci per mantenere la variabilità genetica ed evitare l’estinzione della razza.

A queste problematiche rispondono l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, che sin dagli anni 90 si occupano di salvaguardia delle risorse genetiche animali. Nel corso di questi anni hanno promosso la creazione della “Criobanca del Germoplasma Animale – IBBA-CNR”, costituita da campioni di materiale genetico, principalmente spermatozoi, raccolti da riproduttori di razze locali di interesse zootecnico e conservati a scopo di riserva genetica.

Il materiale seminale stoccato è stato raccolto nell’ambito di diversi progetti di ricerca a livello europeo, nazionale e regionale con l’obiettivo comune di salvaguardare razze italiane bovine, caprine, ovine e suine. Per la raccolta del materiale seminale vengono utilizzate differenti metodiche che spaziano dal classico prelievo con vagina artificiale all’utilizzo di un metodo innovativo per la raccolta e la conservazione di materiale seminale, che consiste nel prelievo di spermatozoi epididimali in animali a fine carriera destinati al macello per fini alimentari, morti accidentalmente o dopo castrazione chirurgica. Quest’ultima metodica, recentemente applicata alla creazione delle criobanche, è stata utilizzata al fine di superare alcune difficoltà organizzative prima fra tutte la difficoltà di reperire nelle razze locali, generalmente allevate allo stato brado, maschi abituati al contatto con l’uomo e addestrati al prelievo di materiale seminale.

Una volta raccolto, il materiale seminale di ciascun riproduttore viene valutato per le principali caratteristiche qualitative: volume, concentrazione spermatica, motilità, vitalità e presenza di anomalie morfologiche, con metodiche avanzate. I campioni selezionati vengono poi congelati e stoccati in azoto liquido a -196ºC. Oltre al materiale seminale per ciascun donatore è stato stoccato sangue e pelo per future estrazioni di DNA.

La sede della “Criobanca del Germoplasma Animale – IBBA-CNR” è stata allestita presso la sede dell’IBBA a Lodi, prestando particolare attenzione alla sicurezza del personale e del materiale stoccato. Per garantire ciò i locali della Criobanca sono stati attrezzati con un sistema di rilevazione dei livelli di saturazione dell’ossigeno ambientale e con un sistema di monitoraggio delle temperature presenti nei bidoni di stoccaggio. Quest’ultimo è costituito da particolari sonde collegate ad un software che in caso di innalzamento della temperatura invia via web e via sms un messaggio di allerta al personale.

Attualmente nella “Criobanca del Germoplasma Animale – IBBA-CNR” è stoccato materiale genetico di razze bovine, ovicaprine suine italiane per un totale di circa 22.000 dosi di materiale seminale raccolto da 218 donatori.

Grazie all’impegno della Criobanca, di molti allevatori delle istituzioni, si è quindi riusciti a custodire nel corso degli anni materiale genetico di 2 razze bovine (Varzese e Burlina), 5 razze caprine (Frisa, Garganica, Nicastrese, Orobica, Nera di Verzasca), 6 razze ovine (Brianzola, Ciuta, Comisana, Gentile di Puglia, Massese, Ovino delle Langhe) e 5 razze suine (Casertana, Cinta Senese, Mora Romagnola, Nero delle Alpi e Nero Siciliano). La Criobanca è in costante aggiornamento ed espansione sia in termini di nuove razze che di riproduttori coinvolti;  le prossime razze che verranno coinvolte in questo salvataggio genetico sono la razza caprina Bionda dell’Adamello e la razza bovina Modenese-Val Padana.

Capre, pecore, bovini e maiali italiani possono dunque stare tranquilli.

Autrici: Flavia Pizzi, Federica Turri

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