1990: Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano (110/110)
2008-Oggi: Ricercatore presso l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede di Milano
2001-2008: Ricercatore a tempo determinato presso l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede di Milano
1992-2000: Attività di ricerca con borse di studio presso l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, C.N.R. di Milano;
1990-1992: Attività di ricerca e tirocinio pratico con borse di studio presso l’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura, CREA, Bergamo
Il progetto FilAgro intende dare risposte concrete alle esigenze emergenti nel settore dell’agricoltura, legate alla sostenibilità delle produzioni; alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità; al miglioramento della qualità delle produzioni alimentari in termini di salubrità, sicurezza e caratteristiche nutrizionali; allo sviluppo tecnologico e al trasferimento dei risultati al settore produttivo; alla diffusione delle nuove conoscenze; tutti argomenti ritenuti prioritari nei programmi di EXPO 2015, di Horizon 2020 e negli obiettivi del programma triennale 2013-2015 della DG Agricoltura della Regione Lombardia.
Il progetto si propone di studiare il processo di domesticazione nel genere Phaseolus, utilizzando come modello 4 eventi di domesticazione avvenuti nel fagiolo comune (P. vulgaris) e nel fagiolo di lima (P. lunatus), specie entrambe domesticate indipendentemente nella regione Mesoamericana e in quella Andina.
Scopo del progetto è lo sviluppo di un sistema biologico integrato per depurare le acque reflue generate da un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi Urbani (FORSU), basata sulla capacità della Lemna (o “lenticchia d’acqua”) di tollerare elevate concentrazioni contenuti di azoto e fosforo. Il progetto si propone di sviluppare un sistema sostenibile completamente naturale in grado di ottenere i seguenti obbiettivi:
– un sistema di trattamento biologico delle acque reflue;
– la trasformazione di alcuni inquinanti in materie prime (amido e acidi grassi) impiegabili nelle industrie alimentari e biochimiche, sostituendo prodotti ottenuti dall’agricoltura.
Inoltre il progetto fornirà un contributo alla comprensione del microbioma degradativo presente nella rizosfera delle piante acquatiche impiegate nel sistema, individuando i suoi effetti sulla purificazione del rifiuto solido urbano e, più in generale, sulla qualità microbiologica delle acque.
Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo di colture di cellule di cardo per l’ottenimento di composti di valore, quali: oli ed estratti idrofilici arricchiti in molecole bioattive per applicazioni nel settore della cosmetica; acidi grassi per la produzione di bioplastiche, bioadditivi, lubricanti, etc. In un’ottica di economia circolare si cercherà di utilizzare sistemi colturali che prevedano come input l’uso di scarti dell’industria alimentare, inoltre verrà valutata la possibilità di ottenere colture autotrofe per rendere il sitema più sostenibile. È previsto l’uso di approcci biotecnologici per modificare le vie biosintetiche degli acidi grassi e della lignina al fine di aumentare le rese in bioprodotti e il migliore riutilizzo della biomassa di scarto.
Il progetto si propone di studiare la possibile re-introduzione di colture tradizionali sul territorio lombardo quali la canapa (Cannabis sativa L.) ed il lino (Linum usitatissimum L.), rendendone nuovamente remunerativa la coltivazione attraverso l’uso di tutti i bioprodotti ottenibili dalle varie parti della pianta, e.g.: olio estratto dai semi, fibra, proteine, metaboliti secondari. Inoltre, nel progetto si prevede di valorizzare anche tutti i residui e gli scarti delle varie trasformazioni della canapa e lino creando una gamma di bioprodotti di notevole interesse.
L’obiettivo del progetto InFlaMe è di ottimizzare la produzione di alcune molecole (metaboliti secondari) di interesse farmacologico/nutraceutico, i lignani, normalmente prodotti a bassa concentrazione dalle piante di lino come molecole protettive contro erbivori e microorganismi.
La tecnologia utilizzata a tal fine prevede l’impiego di colture di diversi tessuti cellulari ottenuti da differenti specie di lino che producono tre principali classi di lignani. Tali colture verranno opportunamente indotte ad una maggior produzione attraverso approcci biotecnologici basati sull’utilizzo di specifici elicitori e mediante tecniche di ingegneria metabolica.
In prospettiva, questa tecnologia permetterà di raggiungere una produzione su larga scala di molecole ad alto valore aggiunto che ad oggi è limitata all’estrazione diretta ed in piccole quantità dalle specie vegetali produttrici.
Il progetto MITICAL si propone, attraverso azioni di ricerca integrate di agronomia, biochimica e biologia molecolare, di aumentare le conoscenze sulla coltivazione della canapa e sull’uso finale di due suoi prodotti: semi e infiorescenze. Il progetto prevede:
Il progetto verrà svolto in collaborazione con aziende agricole di due distretti lombardi (DAMA e DINAMO) che rappresentano i principali fruitori delle conoscenze sviluppate. Inoltre i dati prodotti dalle analisi biochimiche sui semi saranno utilizzabili da aziende agroalimentari e mangimistiche, mentre quelli sulle infiorescenze avranno ricadute nel settore farmaceutico e cosmetico.
Obiettivo generale del progetto “Rice connections” è l’elucidazione delle interconnessioni esistenti tra la resistenza a patogeni, la tolleranza alla carenza idrica ed il tempo di fioritura e lo studio di come un primo stimolo biologico possa influire sulla risposta della pianta ad uno stimolo successivo. Le relazioni fra i tre pathway biologici vengono analizzate usando approcci agronomici, genetici, genomici, di biologia cellulare e tramite la metodologia del “Two-hybrid system”.
Il progetto prevede:
Il progetto vuole rappresentare un contributo all’identificazione di una nuova generazione di geni da studiare e utilizzare nei programmi futuri di miglioramento genetico.
Obiettivo generale del progetto “RISINNOVA” è fornire alla filiera risicola italiana strumenti genetici e genomici per lo sviluppo di varietà di riso più competitive, adatte per il mercato sia interno che internazionale.
Il progetto è strutturato in cinque Workpackage (WP):
WP1. Approcci genetici e genomici per la protezione contro le principali malattie del riso
WP2. Strategie genetiche e genomiche per la protezione del riso contro i principali stress abiotici (carenza idrica, stress salino, stress termico)
WP3. Diversità genetica e funzionale delle comunità microbiche associate al riso
WP4. Sistemi di analisi genomica applicata alla biodiversità
WP5. Divulgazione, formazione e trasferimento tecnologico
Nell’ambito del WP2 l’attività dell’IBBA ha come scopo l’identificazione di potenziali geni chiave nella risposta di tolleranza allo stress osmotico. L’attività prevede: i) la valutazione fisiologica di diverse cultivars di japonica per la loro risposta allo stress osmotico ii) la selezione di due cultivars con un fenotipo contrastante (sensibile vs tollerante) iii) un’analisi RNA-Seq dei cambiamenti nel trascrittoma di foglie e radici di queste due cultivars in risposta allo stress osmotico
Il progetto si configura come un HUB tecnologico e di ricerca che coinvolge 12 istituti CNR, appartenenti a 4 diversi Dipartimenti, e 4 aziende, i cui obiettivi sono: ottenere prodotti migliorati per le proprietà nutrizionali e funzionali; fornire e implementare tecnologie di precisione per garantire la sicurezza, la tracciabilità e la qualità dei prodotti; sviluppare smart– e active-packaging ecosostenibili e innovativi per minimizzare e recuperare, ove possibile, gli sprechi e aumentare la conservabilità degli alimenti; fornire al consumatore e alle aziende strumenti per la fruibilità dei risultati.
Il fagiolo è un alimento base in molte regioni del mondo. I semi di fagiolo sono una fonte importante di fibre alimentari, proteine essenziali ricche di aminoacidi, alcune vitamine e spesso mostrano un alto contenuto di minerali essenziali (Fe, Zn, Ca). Tuttavia, questi minerali sono scarsamente biodisponibili, principalmente a causa della presenza di acido fitico. Inoltre, circa il 60% dei fagioli comuni prodotti nel mondo sono coltivati in regioni soggette a stress idrico. Il progetto BIO-BELIEF (bando ERA-NET FOSC) mira a selezionare nuove linee di fagiolo biofortificate e resistenti alla siccità, al fine di promuovere una dieta sana in un quadro generale di sicurezza alimentare. I tratti di biofortificazione (aumento della concentrazione di Fe e diminuione della concentrazione di acido fitico nei semi) saranno introdotti nei background genetici resistenti alla siccità. L’innovativa tecnologia di genome editing sarà applicata per esplorare i geni candidati coinvolti nella resilienza alla siccità. Le linee biofortificate saranno sfruttate preparando ricette a base di fagioli. Il progetto BIO-BELIEF coinvolge: CNR-IBBA, CREA-GB e l’azienda Blumen Group, Italia; Università Aix-Marseille, Francia; CIAT, Kenya; Università di Pretoria, Sud Africa; EMBRAPA, Brasile.