Le attività di quest’area vertono al miglioramento della qualità dei prodotti alimentari, risultante da composizione, sicurezza, caratteristiche nutrizionali ed effetto benefico sulla salute. Lo studio del ruolo di nutrienti e metaboliti secondari in stress ossidativo, infiammazione e malattie cardiometaboliche, la caratterizzazione del microbiota intestinale e i relativi profili metabolomici, il riconoscimento di patogeni in matrici agroalimentari e l’autenticazione genetica di materie prime e alimenti, vengono condotti con approcci di biochimica applicata a saggi in vivo, ex vivo ed in vitro, analisi di metagenomica, metabolomica, genetico-molecolari e attraverso il metodo TBP (Tubulin-Based-Polymorphism), di cui l’IBBA è inventore.
FunTomP si propone di formulare nuovi alimenti funzionali a base del tradizionale pomodoro mediterraneo a cui verranno aggiunte proteine estratte dalle foglie di barbabietola da zucchero, che rappresentano un prodotto di scarto, e polvere di olive. Saranno applicate tecnologie di lavorazione ecocompatibili che avranno un impatto minimo sui nutrienti valutato in termini di effetti sulla carica microbica e sulla qualità nutrizionale rispetto ai metodi convenzionali. Tecnologie verdi come l’estrazione di fluidi supercritici, tecniche a base di ultrasuoni e scariche elettriche ad alta tensione saranno utilizzate per l’estrazione di composti bioattivi dagli scarti di pomodori e barbabietole. Tecniche avanzate, tra le quali la risonanza magnetica nucleare, saranno impiegate per il controllo di qualità dei prodotti sviluppati. Grazie a studi in vitro ed in vivo sarà possibile verificare l’effetto salutistico dei prodotti ottenuti, con particolare attenzione all’azione antiossidante, anti-infiammatoria ed antitumorale. FunTomP consentirà di produrre succhi, salse, barrette e miscele in polvere con potenziali effetti benefici per la salute. Coinvolgendo nella discussione dei risultati del progetto i responsabili delle politiche dei consumatori, l’industria agricola, i produttori, i consumatori ed i nutrizionisti si potrà contribuire ad aumentare, a livello europeo, l’adesione alla Dieta Mediterranea ed un corretto stile di vita.
Il principale obiettivo del progetto è rappresentato dallo sviluppo di diversi prototipi su scala industriale di alimenti funzionali impiegando matrici alimentari tipiche della tradizione italiana. Tale obiettivo verrà perseguito caratterizzando la presenza delle componenti bioattive naturalmente presenti o aggiunte nell’alimento e attraverso la prototipizzazione di novel food di interesse per il settore salutistico del comparto agroalimentare.
L’importo del finanziamento per l’Istituto ricevuto attraverso il MUR dall’Unione Europea ammonta a € 70.592,67.
L’attività di IBBA consisterà nella valutazione dell’effetto protettivo di una pasta arricchita con farina di carciofo (Cynara cardunculus scolymus) in risposta all’induzione di steatosi. La pasta sarà fornita da ISPA-CNR di Bari.
Lo scopo dell’attività sperimentale è quello di verificare l’effetto protettivo antiossidante, ipolipemizzante, antinfiammatorio e sugli enzimi del drug metabolism della pasta su ratti trattati con dieta iperlipidica.
Il progetto vuole fornire evidenze scientifiche a supporto di una revisione del disciplinare di produzione del formaggio Valtellina Casera DOP in un’ottica di miglioramento della qualità del prodotto. A tal fine verrà considerata l’intera filiera produttiva, dall’allevamento alla stagionatura del formaggio verificando l’influenza di alcune scelte produttive sulle caratteristiche del prodotto finito, in termini qualitativi e sensoriali. Nello specifico si andranno a valutare l’influenza di: latte di diversa razza bovina, impiego di latte crudo nel processo caseario, uso di fermenti autoctoni e protettivi, modalità di pressatura della cagliata e modalità di stagionatura del formaggio.
Si valuterà l’influenza sul microbiota del formaggio, attraverso metodi colturali e analisi metagenomica, sui processi (bio)chimici che caratterizzano la maturazione del formaggio, e sulle caratteristiche sensoriali. Le evidenze raggiunte forniranno al consorzio di tutela elementi utili, in primo luogo, ad una puntuale revisione del disciplinare e potranno anche fornire elementi a supporto di una differenziazione del formaggio all’interno della DOP.
FARM-INN ha come obiettivo l’acquisizione di nuovi dati scientifici per migliorare tutta la filiera lattiero-casearia. In particolare le ricerche si focalizzano sulla caratterizzazione delle proprietà tecnologiche e funzionalidelle proteine contenute nel latte (varianti A1 e A2 di beta-caseina) e sull’ impiego di nuovi additivi, da aggiungere nella dieta delle bovine, in grado di ridurre la contaminazione del latte da micotossine (prodotte da funghi) e batteri (clostridi). Con specifiche valutazioni effettuate tramite approccio LCA (Life Cycle Assessment), si verificheranno la sostenibilità ambientale ed economica delle innovazioni introdotte con il progetto nella filiera lattiero casearia. I risultati del progetto contribuiranno infine a garantire al consumatore alimenti più sicuri e a migliorare l’efficienza della produzione riducendo gli scarti di latte e formaggio, causa di gravi perdite economiche per i produttori.
Il progetto si configura come un HUB tecnologico e di ricerca che coinvolge 12 istituti CNR, appartenenti a 4 diversi Dipartimenti, e 4 aziende, i cui obiettivi sono: ottenere prodotti migliorati per le proprietà nutrizionali e funzionali; fornire e implementare tecnologie di precisione per garantire la sicurezza, la tracciabilità e la qualità dei prodotti; sviluppare smart– e active-packaging ecosostenibili e innovativi per minimizzare e recuperare, ove possibile, gli sprechi e aumentare la conservabilità degli alimenti; fornire al consumatore e alle aziende strumenti per la fruibilità dei risultati.
Nelle frazioni cellulari (citosol e microsomi) di polmone umano sono stati studiati gli enzimi Carbossiesterasi 1 e 2 (CES1 e CES2) utilizzando come substrati il p-nitrofenilacetato (substrato per CES1 > CES2), il 4-metilumbelliferilacetato (substrato con prevalenza per CES2) e la fluoresceina diacetato (substrato per CES2). Oltre all’attività catalitica è stata studiata l’espressione genica. Inoltre è stata studiata l’arilacetamide deetilasi in termini di trascritto, proteina e attività enzimatica valutata come attività di idrolisi della fenacetina. Tutti gli enzimi studiati presentano una variabilità fra individui. I risultati da noi ottenuti aggiungono importanti informazioni sugli enzimi polmonari e potrebbe essere interessante studiarne la modulazione da parte di sostanze di origine vegetale. Lo studio proseguirà su altri enzimi del drug metabolism e sulla loro modulazione.
Il progetto USEFUL ha l’obiettivo di risolvere alcune criticità della produzione di formaggi DOP lombardi (Grana Padano e Taleggio) in modo tale da garantire la redditività e la competitività delle imprese di settore. A tal fine saranno quindi sviluppate strategie e strumenti operativi di filiera che permettano di migliorare la qualità microbiologica e tecnologica del latte a livello di stalla e migliorare tutti i processi di caseificazione e stagionatura. Tali obiettivi saranno realizzati attraverso l’integrazione dei 3 sottoprogetti di Coordinamento, Innovazione e Trasferimento.
I risultati attesi sono quindi: 1) individuare nuove procedure aziendali per migliorare la salute degli animali, la sicurezza alimentare e la qualità microbiologica e tecnologica del latte prodotto in stalla; 2) individuare procedure innovative e strumenti operativi da usare in caseificio per monitorare le fasi di caseificazione e stagionatura dei formaggi; 3) definire linee guida, manuali tecnici e fact sheet sulle diverse procedure e tecniche aziendali.
E’ ormai noto come il cancro del colon-retto (CRC) sia fortemente influenzato dalla dieta, in particolare è ormai dimostrato come alimenti quali carne rossa e trasformata ne aumentino il rischio. È importante sottolineare che, sebbene vari meccanismi siano stati ipotizzati, non è ancora chiaro il ruolo del microbiota intestinale in questo processo. Lo scopo del progetto è quindi quello di comprendere il ruolo del microbiota intestinale come determinante dell’effetto della dieta sul rischio di CRC e identificarne specifici profili e microbioti associati a tale rischio. La ricerca prevede uno studio condotto sull’uomo (studio clinico su volontari sani) e tre studi su modelli animali, in cui confrontiamo in parallelo l’effetto sul microbiota intestinale di una dieta a base di carne rossa ad alto rischio (MBD), una dieta MBD integrata con tocoferolo a medio rischio (MBD-T), con una dieta pesco-vegetariana (PVD) associata a un rischio di CRC inferiore. Inoltre, al fine di elucidare ulteriormente i meccanismi con cui il microbiota intestinale esercita il suo effetto sul rischio di CRC eseguiremo uno studio in un modello sperimentale in cui in animali germ-free eseguiremo il trapianto di microbiota fecale (FMT) di ratti alimentati con le tre diete. I profili del microbiota intestinale e dei relativi metaboliti specifici (SCFAs, Aminoacidi, Acidi biliari) associati a queste diete saranno correlati con la cancerogenesi, misurando biomarkers specifici di rischio nell’uomo, e la tumorigenesi del colon-retto nei ratti alimentati con le stesse diete. I risultati forniranno una visione fondamentale del ruolo del microbiota nel determinare l’effetto della dieta, in particolare l’assunzione di carne rossa e trasformata, sul rischio di CRC.
Numerosi studi suggeriscono che il microbiota intestinale modula il rischio di diverse patologie croniche, tra cui diabete di tipo 2, allergie, malattie cardiovascolari e cancro del colon-retto (CRC). I fattori dietetici sono correlati al rischio di malattia cronica e sono stati suggeriti capaci di modulare la composizione e la funzione del microbiota intestinale. Tuttavia, le conoscenze dettagliate sulla relazione tra dieta, microbiota e rischio di malattia cronica sono ancora limitate. L’obiettivo generale della Knowledge Platform è di promuovere studi sul microbiota, l’alimentazione e la salute riunendo le informazioni disponibili nel campo della ricerca sul microbioma, sugli alimenti, la nutrizione e la salute in modo interdisciplinare, che includa anche altre discipline quali ad esempio le scienze alimentari e la metabolomica, che sono rilevanti in questo contesto. L’obiettivo è rendere queste informazioni reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (FAIR principles: data Findable, Accessible, Interoperable, and Reusable) alla comunità scientifica e collegare e fornire informazioni approfondite ai vari soggetti interessati. Attraverso questi sforzi emergerà una rete di collaborazione transnazionale e multidisciplinare, che svilupperà e aumenterà ulteriormente l’impatto della ricerca sul microbiota nella salute umana. Le aree di ricerca urgenti in questo KP sono state identificate come lo studio del ruolo del microbiota nella prima infanzia, durante l’invecchiamento e nelle malattie subcliniche e clinicamente manifeste.
E’ stata realizzata una piattaforma di analisi genetica capace di individuare e quantificare le singole specie vegetali, dichiarate o meno, che sono presenti nelle miscele mangimistiche animali prevalentemente somministrate alle bovine. La piattaforma è stata validate a livello Europeo.
Analisi attraverso il metodo TBP (Tubulin –Based-Polymorphism) di varietà di frumento duro e di varie specie di frumento per la loro identificazione genetica. Produzione di un pannello di sonde moelcolari per il riconoscimento delle principali specie di frumento in prodotti alimentari.
Il progetto ha lo scopo di analizzare il contenuto di glucosinolati, polifenoli, flovonoidi, delle fibre e del potere antiossidanti in nuove varietà ibride di cime di rapa (Brassica rapa subsp. sylvestris) ottenute in seguito ad incrocio presso l’azienda Enza Zaden, Tarquinia, VT. In particolare i composti bioattivi di interesse sono stati analizzati tramite analisi spettrofotometriche e fluorimetriche su estratti ottenuti da parti diverse delle piante adulta (foglie, steli e infiorescenze). Le analisi sono state inoltre effettuate anche sul prodotto imbustato, pronto al consumo, a tempi diversi allo scopo di valutare una eventuale migliore performance delle nuove varietà durante la conservazione.
Il progetto si prefigge di identificare profili genetici unici e distintivi per diverse varietà di nocciolo attraverso il metodo TBP. La creazione di una banca dati capace di raccogliere i profili di genetici di diverse varietà di nocciolo coltivate sul territorio italiano ed europeo garantirà, attraverso la sua consultazione, la tutela delle produzioni, dei prodotti derivati e dell’intera filiera corilicola.
L’importanza dei composti bioattivi e soprattutto degli antiossidanti contenuti negli alimenti è da associare sia alla capacitàdi preservare la shelf-life degli alimenti, ritardando l’ossidazione degli acidi grassi polinsaturi, sia di esplicare effetti benefici contro le malattie cronico-degenerative indotte dallo stress ossidativo e dall’invecchiamento. Le molecole bioattive presenti negli estratti sia alimentari che di piante possono inoltre avere un ruolo molto importante nella cosmesi. Le mix di antiossidanti sono frequentemente utilizzate nelle creme anti-age e anche in quelle doposole allo scopodi aumentare la capacità della pelle di autodifendersi. Il progetto si pone come obbiettivo l’individuazione e caratterizzazione di estratti alimentari e/o di piante e la loro valutazione biologica. I prodotti verranno analizzati per il loro potere antiossidante totale, attraverso il metodo ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity), e per la quantificazione di alcuni composti (vitamine, polifenoli, flavonoidi e flavonoli). Inoltre, sui prodotti che mostreranno i migliori risultati, verrà valutato l’effetto protettivo nella prevenzione di malattie metaboliche su un modello murino con dismetabolismo (steatosi epatica, iperglicemia ed iperlipidemia) indotto mediante la somministrazione di una dieta ad alto contenuto lipidico.
Lo scopo di questo studio è quello di studiare il profilo dei composti fenolici, la capacità antiossidante, l’attività antimicrobica e l’effetto sulla crescita di Lactobacillus brevis di 8 farine intere ottenute da 8 varietà antiche e moderne di grano, appartenenti a diverse specie di Triticum (Triticum monococcum L ssp. monococcum, Triticum turgidum L. ssp dicoccum, Triticum turgidum ssp. turanicum, Triticum aestivum L.). Il profilo fenolico viene studiato attraverso HPLC-DAD-UV/Vis-FD, la capacità antiossidante misurata mediante il saggio DPPH e ORAC, l’attività antiossidante e l’effetto sulla crescita di L. brevis sono misurati con il metodo di micro-diluizione.
Sono stati identificati e quantificati cinque polifenoli (resorcinolo, tirosolo, ac. caffeico, ac. siringico e ac. ferulico) e tutti i campioni hanno mostrato un’importante capacità antiossidante ed una moderata attività antimicrobica. Tutti i campioni hanno rilevato un effetto stimolante sulla crescita di L. brevis. L’analisi delle componenti principali (PCA) ha mostrato una maggiore correlazione positiva tra i grani antichi e il contenuto totale di polifenoli, la capacità antiossidante e l’attività antimicrobica, rispetto ai grani moderni. Questi risultati hanno confermato che i cereali integrali possono essere considerati alimenti con effetti benefici per la salute.
Il progetto si pone all’interno del PSR 2014/2020 della Regione Toscana e si propone come obiettivo generale di sviluppare, validare e valorizzare una nuova generazione di prodotti ed estratti agroalimentari, a partire da quelli già inseriti da ARSIA nel Registro dei “Prodotti tradizionali della Regione Toscana”, contestualizzandoli alle esigenze specifiche del territorio dell’Amiata. Nello specifico, il progetto si concentra sull’Agresto, condimento antico ottenuto dalla cottura di uve acerbe con spezie e aromi, che allo stato attuale presenta una produzione estremamente ristretta sia in termini di varietà̀ che di quantità̀, impedendone uno sviluppo sostenibile. L’obbiettivo è quello di superare gli ostacoli ad una produzione e commercializzazione più ampia grazie alla definizione e codifica di ricette per la produzione di Agresto con rilevanti caratteristiche organolettiche, nutraceutiche e salutistiche per ampliare i segmenti di mercato di riferimento; alla contestualizzazione del prodotto Agresto nel territorio dell’Amiata, tramite la selezione e l’utilizzo di vitigni ed erbe officinali locali; all’industrializzazione e la standardizzazione dell’intero processo produttivo, dalla raccolta delle uve alla realizzazione del prodotto, volto al controllo di qualità, alla ripetibilità delle caratteristiche del prodotto finito e all’incremento della produttività; alla valorizzazione economica dei residui di produzione, così come lo sviluppo di nuove applicazioni del prodotto finito, a fini cosmetici.
Il progetto fa parte di un accordo bilaterale CNR/ASRT e mira a scoprire le componenti bioattive del propoli egiziana, estrarle, studiare le loro proprietà chimiche e trasferirle in microcapsule che potrebbero essere integrate in alcuni alimenti funzionali per migliorarne la qualità e la shelf life. Durante il progetto verrà effettuata una caratterizzazione delle principali molecole bioattive e verranno valutate le proprietà antiossidanti e antibatteriche dei campioni di propoli egiziana tal quale, degli estratti ottenuti mediante diverse tecniche di estrazione (acqua, solventi e CO2 a diverse temperature) e delle microcapsule prodotte a partire dagli estratti. Il progetto offre l’opportunità di produrre nuovi materiali funzionali utilizzando sottoprodotti di piante alimentari. La microincapsulazione di nano composti bioattivi, che si possono introdurre in alimenti, porta al potenziale sviluppo futuro di nuovi alimenti funzionali.
Il progetto si propone di analizzare, su paste ottenute con diverse formulazioni, sia la concentrazione di molecole bioattive quali polifenoli e flavonoidi, sia il potere antiossidante in vitro delle diverse formulazioni, mediante test ORAC e DPPH. I test in vitro sono eseguiti su 5 diverse formulazioni di pasta ideate e prodotte dall’Antico Pastificio Morelli e le analisi ripetute dopo cottura per valutare il potere antiossidante residuo.
Obiettivo di questo progetto è valutare parametri legati all’ossidazione e al metabolismo lipidico in pazienti con sindrome di Behcet, al fine di ridurne, con intervento alimentare, l’infiammazione e lo stress ossidativo.
Scopo del progetto è determinare le principali componenti bioattive presenti in 4 integratori a base di quercetina e valutarne l’attività antiossidante in vitro ed ex vivo , su eritrociti umani. Gli integratori oggetto di ricerca, Nevrase Plus, Endotel, Lucyvet e Quercetene Forte, sono analizzati sia per la misurazione del contenuto in bioattivi sia per testarne l’attività su un sistema cellulare ex vivo di eritrociti umani sottoposti a stress ossidativo. Per tutti gli integratori i risultati finora ottenuti hanno mostrato un’attività dose dipendente ed una significativa capacità di contrastare il danno ossidativo indotto da un generatore di radicali. Inoltre, gli eritrociti pre-trattati con Endotel mostrano, a basse dosi, valori di attività antiossidante cellulare significativamente più alti rispetto agli altri integratori analizzati.
Scopo del progetto è valutare le proprietà nutraceutiche di una nuova brassicacea, prodotta dal consorzio Freschissimi e denominata Kavolì, mediante studi in vitro, ex vivo ed in vivo. Il Kavolì liofilizzato ha mostrato un buon contenuto di composti fitochimici ed attività antiossidante in vitro ed ex vivo. Nell’estratto acquoso si sono infatti rilevate apprezzabili quantità di glucosinolati ed un ottimo profilo fenolico, caratterizzato da un alto contenuto di acido clorogenico; è stata osservata una discreta attività antiossidante ed antiemolitica su eritrociti umani esposti ad insulto ossidativo.
Inoltre, è risultata evidente l’azione protettiva nei confronti della steatosi epatica in ratti ai quali è stata somministrata una dieta iperlipidica associata ad un’iniezione di streptozotocina. I ratti trattati con l’estratto acquoso di Kavolì hanno mostrato un contenuto lipidico epatico significativamente inferiore ai ratti di controllo positivo, ossia iperlipidemici.
L’obiettivo del progetto è la valutazione del potere antiossidante totale, attraverso il metodo ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity), e del contenuto di polifenoli su alcuni campioni di salse e salumi. Alcuni campioni erano stati preparati con l’aggiunta di purea di Goji. I risultati evidenziano un aumento di antiossidanti con la presenza di purea di Goji. Considerato che gli antiossidanti contenuti della dieta possono migliorare il nostro stato di salute, attraverso la riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione, si può concludere che l’aggiunta di purea di Goji porta a prodotti alimentari con un valore nutraceutico e salutistico più elevato.
Nella prima fase del progetto su campioni di germe di grano saraceno prima e dopo fermentazione sono stati eseguite le analisi degli antiossidanti totali, dei polifenoli e dei flavonoidi totali. I valori che si ritrovano nel prodotto fermentato sono significativamente aumentati di circa il 50 % per i valori di antiossidanti totali, del 44 % per i polifenoli e di circa il 60 % per i flavonoidi totali. Il processo di fermentazione adoperato, senza aggiunta di sostanze chimiche, ha lo scopo di esaltare la componentistica nutritiva del cereale valorizzando la parte nutraceutica. Inoltre il processo di fermentazione e lisatura porta ad un aumento di biodisponibilità ed accessibilità dei composti bioattivi.
Il progetto prevede l’analisi del contenuto di composti con proprietà bioattive come glucosinolati, fenoli, flavonoli, flavonoidi e misurazione della capacità antiossidante totale misurata attraverso i saggi ORAC e DPPH, su diversi tessuti (fiori, steli e foglie) di cime di rapa confezionate in IV gamma. Si è proceduto al confronto fradue cultivar, denominate controllo e ibrido. Indipendentemente dalla cultivar, le foglie hanno mostrato un contenuto maggiore di composti antiossidanti ed una maggiore capacità antiossidante totale, seguito da fiore e stelo. Differenze significative riguardano il contenuto di glucosinolati, maggiore soltanto nelle foglie nella cultivar di controllo.
Lo scopo di questo progetto è quello di confrontare, attraverso diverse metodiche sperimentali, la qualità di carne bovina Piemontese della Granda proveniente da animali la cui alimentazione risulta priva di integratori naturali e artificiali. Inoltre tutti i prodotti utilizzati nell’alimentazione sono a più basso impatto chimico. I risultati sono stati comparati con quelli della stessa carne ma proveniente da un comune allevamento piemontese. La carne della Granda sia fresca che conservata sotto vuoto, è risultata avere una maggiore stabilità ossidativa e una concentrazione di contaminanti più bassa. La stabilità ossidativa è dovuta al fatto che si trova nella carne un ottimo sistema antiossidante sia in termini di enzimi antiossidanti che di molecole antiossidanti come il glutatione. Una carne che si ossida di meno conserva meglio le proprietà nutrizionali ed è più funzionale deal punto di vista salutistico
Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la caratterizzazione di alimenti funzionali di origine vegetale dalle elevate proprietà nutraceutiche a partire da prodotti agroalimentari della tradizione Toscana e dell’Africa sub Sahariana. La fermentazione degli alimenti è il metodo più antico di preservazione degli alimenti che ne migliora la palatabilità, la digeribilità e il valore nutrizionale. A partire dall’esperienza acquisita con il Lisosan G, un lisato di grano biologico prodotto in Maremma ottenuto da una particolare lavorazione di lisatura e fermentazione con microorganismi di cruschello e germe di grano, sono stati sviluppati nuovi alimenti fermentati dall’elevato valore nutraceutico e con potenziale effetto prebiotico.
Il progetto ha l’obiettivo di valutare l’impatto di nuovi alimenti funzionali e composti bioattivi sul benessere dell’uomo, con particolare interesse alla prevenzione delle principali patologie neurodegenerative e metaboliche legate all’invecchiamento della popolazione.
Grazie all’approccio integrato delle diverse competenze scientifiche, è stato possibile:
Il fagiolo è un alimento base in molte regioni del mondo. I semi di fagiolo sono una fonte importante di fibre alimentari, proteine essenziali ricche di aminoacidi, alcune vitamine e spesso mostrano un alto contenuto di minerali essenziali (Fe, Zn, Ca). Tuttavia, questi minerali sono scarsamente biodisponibili, principalmente a causa della presenza di acido fitico. Inoltre, circa il 60% dei fagioli comuni prodotti nel mondo sono coltivati in regioni soggette a stress idrico. Il progetto BIO-BELIEF (bando ERA-NET FOSC) mira a selezionare nuove linee di fagiolo biofortificate e resistenti alla siccità, al fine di promuovere una dieta sana in un quadro generale di sicurezza alimentare. I tratti di biofortificazione (aumento della concentrazione di Fe e diminuione della concentrazione di acido fitico nei semi) saranno introdotti nei background genetici resistenti alla siccità. L’innovativa tecnologia di genome editing sarà applicata per esplorare i geni candidati coinvolti nella resilienza alla siccità. Le linee biofortificate saranno sfruttate preparando ricette a base di fagioli. Il progetto BIO-BELIEF coinvolge: CNR-IBBA, CREA-GB e l’azienda Blumen Group, Italia; Università Aix-Marseille, Francia; CIAT, Kenya; Università di Pretoria, Sud Africa; EMBRAPA, Brasile.
La famiglia delle paraoxonasi umane comprende tre enzimi (PON1, PON2 e PON3) Ca2+-dipendenti, tutti e tre ad attività lattonasica, capaci di idrolizzare e inattivare i fattori microbici quorum sensing (N-acil-omoserina-lattoni) di Pseudomonas aeruginosa. Tutti e tre gli enzimi modulano e sono diversamente regolati in caso di stress ossidativo e infiammazione. Le PONs sono, inoltre, modulate dalla dieta e dallo stile di vita.
Questo progetto si propone di caratterizzare i livelli di espressione, l’attività enzimatica e la modulazione delle paraoxonasi (PON1, PON2 e PON3) in espianti di tessuto umano sano e nella linea cellulare polmonare A549. Una maggiore comprensione dell’attività metabolica polmonare è utile allo studio della tossicità indotta da xenobiotici, allergeni, e/o composti alimentari inalati o assunti con la dieta. Parallelamente verranno valutati i livelli di espressione e la modulazione (induzione e inibizione) di geni coinvolti nel drug metabolism in cellule A549 in condizioni basali e dopo esposizione a insulto infiammatorio, alla base di molte malattie respiratorie croniche.
Il progetto RECUPEVO si pone l’obiettivo di contribuire al recupero in purezza di una varietà antica di peperone dolce tipica della regione Lombardia, il “Peperone di Voghera”. Le attività sono finalizzate a stabilizzare ed uniformare le caratteristiche qualitative di pregio della varietà, valorizzarne le caratteristiche agronomiche ed organolettiche, nonché avviare l’iscrizione al Registro Varietà da Conservazione o Anagrafe della Biodiversità, per tutelare il marchio e la denominazione “Peperone di Voghera”, promuovendo così il suo inserimento nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Lombardia.
Una problematica recente di questa varietà è stata la comparsa di frutti piccanti indistinguibili da quelli tipicamente dolci. Nell’ambito di RECUPEVO IBBA-CNR si occupa dello studio di varianti alleliche in regioni candidate per la produzione di capsaicinoidi, i composti che determinano il livello di piccantezza della bacca, tramite amplificazione delle regioni genomiche di interesse sia per individui piccanti che non piccanti, e successivo amplicon sequencing con tecnologia Illumina. Differenze genotipiche potranno rivelare la causa dell’attivazione della via biosintetica della capsaicina e permettere lo sviluppo di marcatori molecolari per la selezione di individui non piccanti.
Il progetto fa parte di un accordo bilaterale CNR/ASRT e mira a isolare e identificare nei semi di diverse leguminose peptidi o proteine inibitori di proteasi (IPs) e valutarne gli effetti biologici in diversi sistemi cellulari. Negli ultimi anni sono state segnalate nuove attività biologiche degli IPs vegetali, inclusi effetti antimicrobici, anticoagulanti, antiossidanti e antitumorali, suggerendo possibili applicazioni in medicina, agricoltura e biotecnologia. In particolare verranno purificati e caratterizzati gli inibitori della tripsina di diverse leguminose e testati per la loro attività citotossica su diverse linee cellulari tumorali e per le loro proprietà antimicrobiche su diversi ceppi batterici. Gli approcci proposti implicano un’indagine approfondita a livello molecolare e proteomico che potrà fornire informazioni utili per investimenti futuri sull’uso di queste proteine, che potrebbero avere un’applicazione terapeutica sia nelle infezioni batteriche che nel cancro.
Il progetto si inserisce in una collaborazione con l’azienda Blumen nell’ambito del progetto ValProfag (finanziato da POR-FESR Piemonte) il cui obiettivo è facilitare la coltivazione del fagiolo e migliorarne le qualità nutrizionali. In particolare, l’obiettivo è ottenere varietà di fagiolo a più alto contenuto in Fe, inteso sia come quantità assoluta che quantità biodisponibile. IBBA-CNR collabora alle attività di miglioramento genetico per gli aspetti di fenotipizzazione dei caratteri di interesse (riduzione di acido fitico e contenuto di ferro).
Il progetto, coordinato dall’Università degli di Studi di Milano ha come obiettivo generale la valutazione della potenzialità d’uso di nuove linee di fagiolo a basso contenuto di fattori antinutrizionali e di accessioni di lupino bianco e di lupino azzurro di particolare interesse come fonte proteica innovativa nell’alimentazione del suinetto, sia in termini di efficienza nutrizionale, sia in termini d’impatto ambientale. La sperimentazione in vivo in suinetti allo svezzamento permetterà di valutare l’efficienza alimentare dei nuovi mangimi vegetali, di identificare variazioni del microbiota intestinale associate alle diverse diete che verranno testate e, infine, di valutare l’effettiva biodisponibilità dei macro- e micronutrienti e la riduzione dell’impatto ambientale, sia in termini di minore escrezione di fosforo e minerali, sia dal punto di vista microbiologico. IBBA-CNR si occuperà di analizzare e fornire i materiali genetici di fagiolo e delle attività di analisi del microbiota.
Il progetto MAMMAL mira a migliorare il latte artificiale per l’infanzia determinando l’impatto della lavorazione degli alimenti sulla generazione di proteine specifiche incluse nel prodotto che a loro volta promuovono un microbiota intestinale sano.
MAMMAL prevederà lo sviluppo di una piattaforma che utilizza algoritmi di Machine Learning per elaborare i dati di questa ricerca. Ciò ci consentirà di associare la lavorazione degli alimenti con la generazione di diverse proteine modificate specifiche e di determinare gli effetti che queste hanno sul microbiota intestinale dei bambini. La piattaforma fornirà una guida sulla trasformazione degli alimenti e svilupperà nuove formulazioni proteiche mirate che potrebbero essere utilizzate nella produzione del latte artificiale per l’infanzia. Le aziende che producono latte artificiale potranno utilizzare questa piattaforma per determinare le proteine più utili da includere, aiutandole a sviluppare nuove formule che promuovono un microbiota intestinale sano nelle prime fasi della crescita.
Il Progetto ha come partner accademico il CSIC (Spagna) e come partner industriale la Danone (Francia).
La comprensione della relazione tra dieta, metaboliti e ospite/microbiota è una delle sfide chiave per studiare la nutrizione personalizzata per i segmenti più fragili della popolazione, come i bambini. A questo proposito, l’apparato digerente incompleto del neonato allattato con formule a base di latte può essere influenzato da modificazioni di proteine/carboidrati derivanti dai processi di lavorazione. Poiché che il microbiota intestinale è cruciale per l’omeostasi e lo sviluppo di un sistema immunitario funzionale o l’insorgenza di intolleranze, la sua modulazione attraverso interventi dietetici è uno degli approcci più promettenti.
Il progetto MIGHT innova la produzione di latti artificiali, dimostrando che gli amminoacidi minimamente modificati potrebbero esercitare specifici esiti positivi (produzione di acidi grassi a catena corta, noti per le loro proprietà antinfiammatorie) in presenza di alcune specie microbiche, anche nel caso di una ridotta digeribilità nell’intestino tenue. Inoltre verranno sviluppati tool informatici (ontologie della nutrizione), nonché la strutturazione dei dati verrà gestita tramite risorse di database dedicati. I risultati saranno utilizzati come una serie interconnessa di strumenti innovativi con la progettazione di modifiche mirate di proteine e aminoacidi negli alimenti per altri segmenti fragili della popolazione come agli anziani al fine di migliorare la qualità dei latti artificiali e lo stato di salute del microbiota intestinale.