Le indagini in quest’ambito si focalizzano sui genomi di animali, piante e microbi al fine di individuare i determinanti genetici coinvolti nell’adattamento all’ambiente, sia esso naturale, modificato o legato alle necessità dell’uomo. Includono: studi di genetica molecolare in wet e in silico; analisi statistica dei dati molecolari; raccolta ed elaborazione di Big Data da sistemi biologici di interesse agrario; studi della struttura biologica, riproduttiva, genetica ed evolutiva di specie animali per la conservazione del germoplasma. Tali ricerche sono supportate da pipeline/tool bioinformatici per l’analisi di dati massivi provenienti dalle varie omiche e da tecnologie avanzate per la raccolta e l’esame del materiale seminale per il mantenimento delle risorse genetiche.
GENOBU è una idea progettuale originale, innovativa e multidisciplinare che si prefigge di realizzare il sequenziamento del genoma bufalino e di utilizzare le informazioni ottenute per il miglioramento genetico degli animali e la salubrità degli stessi, ed il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agro-alimentari di eccellenza derivanti. Durante il corso del progetto, saranno sviluppati know-how e tecnologie innovative di processo da fornire al settore industriale degli allevatori e dei trasformatori, con gli obiettivi di implementare/modernizzare la gestione e la selezione degli animali in allevamento, certificare le relative produzioni lattiero-casearie e carnee, ed assicurare ai consumatori qualità e sicurezza delle stesse, migliorando così l’efficienza dell’intera filiera produttiva e fornendo così valore aggiunto alle produzioni agroalimentari derivanti.
Il progetto si propone di genotipizzare, attraverso l’uso di marcatori nucleari (TBP) e plastidici, l’intera collezione di minuscole macrofite acquatiche (Lemnaceae) nota come Landolt Duckweed Collection, attualmente curata dal Dr. W. Lammler a Zurigo. Questa collezione storica, la maggiore in Europa, include circa 500 accessioni delle 36 specie note di lenticchie d’acqua, provenienti da cinque continenti. Le accessioni sono state classificate quasi esclusivamente su basi morfologiche, cosa che può causare un elevato numero di misclassificazioni, a causa della semplificata struttura di queste minuscole piante e della somiglianza tra alcune specie.
Da tempo impiegate come bioindicatori e rinomate per la loro capacità di fitorimedio, a causa della loro stupefacente velocità di crescita, sono oggi tra le più promettenti nuove colture, intensamente studiate per la produzione di energia da biomassa e come fonte di proteine nobili per la nutrizione animale e umana, già in via di approvazione come novel food dall’EFSA.
I risultati saranno utili per:
La complessità dell’attuale crisi socio-ecologica globale evidenzia i limiti della scienza specialistica come unica voce in grado di informare le decisioni. Nello scenario contemporaneo, dove i fatti sono incerti, i valori in contrasto e la posta in gioco elevata, il contratto sociale tra scienza, società e politica è in una fase di profonda trasformazione. Per affrontare questo cambiamento, la comunità scientifica si trova a dover rivisitare il proprio ruolo sociale, creando nuove relazioni non solo con la società ma anche con i sistemi ecologici, per generare delle pratiche di ricerca responsabile in grado di produrre conoscenza rilevante. BRIDGES è un progetto di ricerca sociale che sviluppa metodi di ricerca trans-disciplinare e partecipata per rafforzare la relazione tra scienza, società e sistemi ecologici nel contesto italiano. Per farlo, utilizza come studio di caso una specifica questione socio-ecologica complessa, molto rilevante in Italia: la fertilità del suolo.
Il progetto BIO4VERBA nasce dall’esigenza degli allevatori delle razze caprine Verzaschese e Bionda dell’Adamello di salvaguardare e valorizzare le proprie razze locali e i prodotti ad esse collegati.
BIO4VERBA si pone i seguenti obiettivi:
Il progetto CASTANEVAL intende rispondere alle necessità di conoscenze scientifiche sulle risorse genetiche castanicole presenti in Lombardia, in modo da offrire strumenti per la valorizzazione e conservazione del germoplasma autoctono ed intraprendere azioni di recupero gestionale dei castagneti. Le aree pilota di studio sono alcuni castagneti del Comune Serle (BS) e delle Prealpi varesine (VA). Il progetto CASTANEVAL si propone anche di mettere a punto un sistema di micropropagazione del castagno al fine di offrire uno strumento concreto, sostenibile ed economico per la conservazione e la moltiplicazione di germoplasma autoctono di elevato interesse locale. Nell’ambito del progetto verranno studiati anche il contesto ecologico e il grado di naturalità dei popolamenti, dal selvatico al ceduo, alle varietà coltivate. Una caratterizzazione completa delle risorse genetiche di castagno nelle aree considerate risulterà dall’integrazione di dati genetici, morfologici, ecologici e produttivi.
L’intensificazione colturale e l’adozione di pratiche agronomiche finalizzate alla massimizzazione delle rese produttive ha comportato, durante il XX secolo, ad un drastico cambiamento nelle caratteristiche delle varietà coltivate con convergenza verso determinate specifiche del prodotto finale e della architettura della pianta.
Le varietà cosiddette “antiche” sono talora ritenute capaci di fornire produzioni con caratteristiche qualitative, organolettiche e salutistiche migliori di quelle fornite dalle moderne varietà allevate in condizioni agronomiche intensive.
Il progetto TRANFER mira alla valorizzazione di varietà storiche di mais e frumento tipiche del territorio lombardo attraverso approcci molecolari, biochimici e fenotipici. In particolare saranno studiati tratti di interesse legati alla resistenza a patogeni fungini, alla caratterizzazione della morfologia del seme e delle sue qualità nutraceutiche.
I risultati del progetto permetteranno di avere informazioni sulla diversità esistente nelle collezioni di germoplasma lombardo per la sua valorizzazione e utilizzo nelle produzioni locali.
Il progetto ha come scopo il miglioramento genetico di caratteri innovativi legati alla resistenza/resilienza a patologie (brucellosi, tubercolosi, paratubercolosi, emimelia trasversa), alla sostenibilità ambientale (efficienza alimentare, emissioni in atmosfera), alla qualità delle produzioni (caseificazione), alla valorizzazione della produzione della carne come prodotto secondario (ad esempio muscolosità e BCS) ed al mantenimento della variabilità genetica nella razza bufala Mediterranea Italiana attraverso il controllo dell’inbreeding e la costituzione di una biobanca di materiale seminale maschile ed embrioni
Il progetto I-BEEF intende da un lato migliorare il sistema selettivo delle razze Limousine e Charolaise italiane adattandolo ai nuovi criteri di sostenibilità ed adattabilità ambientale, e dell’altro proseguire l’attività di caratterizzazione e valorizzazione di 6 tipi genetici autoctoni (TGA) da carne quali: Calvana, Mucca Pisana, Pontremolese, Sarda, Sardo Bruna, Sardo Modicana. A questi verranno inclusi 2 tipi genetici non autoctoni (TGNA) da carne, ossia l’Aberdeen Angus e la Blonde D’Aquitane. L’obbiettivo primario è quello di mirare alla conservazione della biodiversità, alla minimizzazione della consanguineità ed alla formulazione di piani di accoppiamento
ll progetto SHEEP&GOAT si propone di introdurre nella realtà allevatoriale ovina e caprina italiana una serie di azioni legate alla raccolta ed utilizzo di dati fenotipici e molecolari con l’obiettivo di rendere l’allevamento sostenibile e competitivo e di contribuire al mantenimento e alla gestione della ricca biodiversità presente in questo comparto.
L’Infrastruttura di Ricerca Europea per le Risorse Microbiche (MIRRI) ha come obiettivo la conservazione, l’analisi, la distribuzione e valorizzazione delle risorse e della diversità microbica. Il progetto SUS-MIRRI.IT mira a rafforzare la rete nazionale delle biobanche di microrganismi per conservare la biodiversità microbica, sviluppare attività di ricerca, servizi e formazione e conservare e catalogare dati associati alle risorse microbiche. La gestione dell’Infrastruttura MIRRI-IT permetterà di valorizzare la biodiversità microbica, di riunire e dare accesso attraverso un unico portale a risorse e competenze scientifiche in grado di fornire soluzioni innovative che utilizzano i microrganismi come motore della bioeconomia e della sostenibilità ambientale.
L’unità IBBA Pisa partecipa con la collezione microbica MLIP (Microbiology Lab IBBA Pisa), che include microrganismi originati da diverse matrici ambientali e alimentari.
Il progetto si occuperà di metodi per il miglioramento genetico dei cereali basati sulla tecnologia (breeding 4.0) in specie diploidi (orzo, Hordeum vulgare) e poliploidi (grano duro e tenero: Triticum durum, T. aestivum), al fine di incrementare la produzione cerealicola in maniera sostenibile e adattandosi ai cambiamenti climatici. Le tecnologie usate sono fenotipizzazione (tramite droni e rizotroni) e genotipizzazione (SNP array, exome sequencing, GBS) high-throughput, e l’intelligenza artificiale. I fenotipi prodotti includeranno la resa, la morfometria, immagini ottenute automaticamente da droni e rizotroni (2D e 3D). Metodi di machine learning, soprattutto reti neurali e deep learning, saranno usati per sviluppare modelli di predizione fenotipica e genomica.
Sheep-TreeSeq applicherà la metodologia innovativa degli alberi di sequenze genomiche (grafi) per l’analisi scalabile della diversità genetica ovina.
L’innovazione tecnologica in agricoltura ha reso disponibili grandi dataset di dati genomici (“big data”) che rappresentano una sfida per l’immagazzinamento e l’analisi dei dati, es. il mero volume dei dati, la rapida generazione di nuovi dati (aggiornamento, applicazioni in streaming), e l’eterogeneità delle fonti (integrazione di dati da diverse piattaforme di sequenziamento). Gli algoritmi a grafo (alberi di sequenze) offrono un modo eccellente per affrontare questa sfida, fornendo una compressione dei dati senza perdita d’informazione, ed una nuova rappresentazione dei dati genomici. Ad esempio, l’applicazione degli alberi di sequenza ai dati del 1000 Bull Genome Project ha permesso di ottenere una compressione del 90%, riducendo la dimensione dei dati da ~800 GB a 45 GB.
Per il progetto Sheep-TreeSeq useremo circa 3500 sequenze ovine complete e oltre 50,000 genotipizzazioni (~10 TB di dati). Il nostro piano è di applicare l’approccio degli alberi di sequenze per comprimere questi dati ed ottenere una rappresentazione dei dati adatta all’analisi demografica e di genetica di popolazioni: i) analisi delle componenti principali e nearest-neighbor clustering; ii) indice di fissazione e misura della differenziazione genetica; iii) metodi di clustering basati sulle reti neurali; iv) analisi delle runs of homozygosity (ROH) e delle heterozygosity-rich regions (HRR).
È la prima volta che questo approccio è applicato alla genetica ovina.
Il programma di ricerca INF-ACT si occupa delle malattie infettive emergenti nell’uomo sia dal punto di vista fondamentale che da quello traslazionale, tenendo conto della salute umana con un approccio “One Health”, includendo animali domestici e selvatici come potenziali serbatoi di malattie e fattori ambientali che aumentano la possibilità di contagio.
Il progetto è focalizzato su tre Nodi di Ricerca “verticali”
e due Nodi di Ricerca “trasversali”
Il Consorzio INF-ACT consta di 25 istituzioni di ricerca pubbliche e private distribuite su tutto il territorio nazionale; il CNR è coinvolto nei Node 1, 3, 4 e 5.
Il progetto SCALA-MEDI ottimizzerà l’uso sostenibile e la conservazione delle risorse genetiche locali ovine e avicole della regione mediterranea, concentrandosi sull’adattamento alle condizioni climatiche e alle preferenze dei consumatori.
L’esperienza e i dati provenienti dai precedenti progetti dell’UE verranno estesi alla caratterizzazione genetica ed epigenetica delle risorse locali e al loro adattamento a diversi ambienti produttivi in tre paesi del Nord Africa, Tunisia, Algeria e Marocco.
Verranno sviluppati strumenti e strategie per migliorare le razze locali per una produzione sostenibile. L’applicazione di questi strumenti verrà dimostrata agli agricoltori in diversi sistemi di produzione mediterranei.
La resilienza degli ecosistemi agricoli e forestali sotto condizioni stressanti generate dai cambiamenti climatici (CC) richiede la valorizzazione e lo sfruttamento delle risorse genetiche attraverso strategie di conservazione all’avanguardia, combinate con una caratterizzazione approfondita dei genomi e fenotipizzazione ad alto rendimento.
Le attività includeranno il sequenziamento massivo di accessi/razze/ceppi, una descrizione estensiva dei genomi basata su marcatori, l’elucidazione del (pan)genoma, la fenotipizzazione approfondita e la caratterizzazione multi-omics.
Le informazioni risultanti, processate attraverso metodi avanzati per l’analisi/interpretazione/archiviazione/gestione di dati complessi, metteranno in evidenza gli alleli/haplotipi superiori, identificheranno interazioni benefiche in una varietà di condizioni e definiranno unità di conservazione.
Il progetto COVES intende sviluppare e validare una procedura semplificata di campionamento ed analisi su dispositivo portatile e condivisione dei risultati in tempo reale per la rilevazione specifica e sensibile del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro. Tale procedura permetterà alle aziende del territorio di garantire una maggior sicurezza nelle aree di lavoro, riducendo così l’impatto negativo che un’emergenza come quella creata dal COVID-19 ha sull’economia locale e nazionale e diminuendo allo stesso tempo il gap tra la gestione delle informazioni e le soluzioni proposte. Il principale risultato del progetto sarà la messa a punto di un metodo rapido di analisi ambientale per SARS-CoV-2, adatto ad un utilizzo da campo, da parte di operatori non esperti e corredato da una robusta validazione scientifica. Il progetto coinvolge Hyris Ltd, capofila del progetto, che sviluppa la tecnologia, IBBA CNR che avrà in carico le validazioni del metodo e la sede territoriale di Pavia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) che ne validerà “in-situ” l’efficacia su diverse superfici contaminate utilizzando campioni positivi al SARS-CoV-2 a titolo noto.
CARTELLONE – TARGA – POSTER
Obiettivo di questo progetto è la messa a punto di nuovi metodi molecolari specifici per la ricerca di patogeni alimentari lungo la filiera lattiero casearia, in modo da superare le criticità legate alla gestione dei campioni in campo. In particolare il committente Hyris Ltd con questa ricerca intendeva implementare sulla propria piattaforma nuovi metodi di analisi in Real-Time PCR applicabili alla matrice lattiero-casearia, in grado di rilevare sul campo, lungo la filiera produttiva, la presenza di patogeni responsabili di tossinfezioni alimentari.
Il progetto si articola in tre step:
1) L’avvio di un’iniziativa volta al sequenziamento del genoma di frumento duro; l’obiettivo sarà perseguito attraverso strategie complementari che, nel loro complesso, permetteranno di affrontare le due principali problematiche associate al sequenziamento del complesso genoma di questa specie (presenza di due genomi altamente simili e alta percentuale di sequenze ripetute).
2) La caratterizzazione a livello proteomico e metabolomico delle varietà utilizzate per gli studi di genomica. I risultati di questa analisi saranno integrati con quelli prodotti dall’analisi genomica, evidenziando la presenza di eventi post-trascrizionali e post-traduzionali nella biosintesi delle proteine e fornendo indicazioni sulla attivazione di specifici percorsi metabolici.
3) La fenotipizzazione di 150 accessioni già genotipizzate (profili SNP) e derivate tramite Single Seed Descent da landraces/ecotipi. Questa collezione è conservata presso la sede di Bari dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Questi materiali consentiranno la realizzazione di una analisi di mappatura per associazione tra gli SNPs e le caratteristiche morfo-fisiologiche delle piante, fornendo quindi le basi per l’utilizzazione di queste risorse genetiche nella costituzione di nuove varietà di frumento duro.
Il progetto FilAgro intende dare risposte concrete alle esigenze emergenti nel settore dell’agricoltura, legate alla sostenibilità delle produzioni; alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità; al miglioramento della qualità delle produzioni alimentari in termini di salubrità, sicurezza e caratteristiche nutrizionali; allo sviluppo tecnologico e al trasferimento dei risultati al settore produttivo; alla diffusione delle nuove conoscenze; tutti argomenti ritenuti prioritari nei programmi di EXPO 2015, di Horizon 2020 e negli obiettivi del programma triennale 2013-2015 della DG Agricoltura della Regione Lombardia.
Il progetto FREECLIMB intende rispondere agli obiettivi del programma PRIMA (Sect. 2) di HORIZON 2020 (EU Research Framework) per lo sviluppo di sistemi agricoli innovativi e sostenibili nell’area Mediterranea, che preservino le risorse naturali (acqua ed uso di suolo) attraverso un aumento dell’efficienza produttiva. Ciò verrà perseguito aumentando la conoscenza sui meccanismi con cui le piante si adattano all’ambiente e resistono agli stress biotici ed abiotici. Il progetto FREECLIMB include le più importanti specie arboree del Mediterraneo, con l’obiettivo di incrementare la disponibilità di germoplasma e varietà adatte ad usare risorse esterne limitate (input) e ad adattarsi agli scenari climatici futuri predetti per l’area mediterranea, attraverso la caratterizzazione e l’utilizzo della biodiversità locale. Il progetto si concentrerà su ideotipi chiave elaborati in collaborazione con i coltivatori di frutta (Fruit Farming Actors -FFAs, breeders, vivaisti, coltivatori) con lo scopo principale di fornire germoplasma, metodi e strumenti per accelerare lo sfruttamento, il miglioramento genetico e la selezione di varietà resilienti per le più importanti specie arboree mediterranee (frutti con seme come pesca, albicocca e mandorla, agrumi, uva ed olive).
Raccolta, valutazione e conservazione di materiale genetico della razza bovina Burlina come back up nel medio e lungo termine nel caso di estinzione della razza o insorgenza di problemi genetici nella razza (perdita di linee genetiche, eccessiva consanguineità, ecc.). Il materiale genetico conservato consiste principalmente in materiale seminale crioconservato in azoto liquido e sangue per future estrazioni di DNA.
Obiettivo del progetto è la gestione della variabilità genetica delle razze ovi caprine locali italiane attraverso la scelta dei donatori da conservare nella Criobanca e quidi la raccolta e conservazione del loro materiale genetico. A questo scopo nelle razze Pecora Massese, Ovino delle Langhe, Pecora Gentile di Puglia, capra Garganica e capra Nicastrese sono stati identificati i donatori di materiale genetico da archiviare nella Criobanca. Successivamente si è proceduto alla raccolta del materiale seminale utilizzando biotecnologie riproduttive, quali l’estrazione di spermatozoi epididimali, procedure che erano state precedentemente messe a punto nei laboratori IBBA di Lodi. Il materiale raccolto nel progetto potrà essere distribuito agli allevatori per essere utilizzato per le fecondazioni per una corretta gestione della variabilità genetica dell’allevamento e più in generale di tutta la razza.
Il progetto si propone di sviluppare strumenti e conoscenze per accelerare la costituzione di nuove varietà di miglio perlato, che abbiano una qualità nutrizionale superiore e siano meglio adattate a rispondere a condizioni di stress ambientale, allo scopo di aumentare la sicurezza alimentare nelle regioni aride, in particolare nell’Africa sub-Sahariana. La strategia prevede di combinare la fenotipizzazione di una collezione di oltre 100 linee di miglio perlato con nuove tecniche di risequenziamento dei genomi per individuare e sviluppare marcatori molecolari associati alle caratteristiche di intersesse. La fenotipizzazione riguarderà lo sviluppo dell’apparato radicale e l’interazione col miocrobiota della rizosfera (capacità di acquisire nutrienti e acqua) e l’analisi di composti del seme nutrizionalmente rilevanti (acido fitico e C-glucosilflavoni implicati rispettivamente nella biodisponibilità di ferro e iodio)
Il progetto si propone di studiare il processo di domesticazione nel genere Phaseolus, utilizzando come modello 4 eventi di domesticazione avvenuti nel fagiolo comune (P. vulgaris) e nel fagiolo di lima (P. lunatus), specie entrambe domesticate indipendentemente nella regione Mesoamericana e in quella Andina.
Scopo del progetto è lo sviluppo di linee/varietà di fagiolo migliorate per il profilo nutrizionale (biofortificate e a ridotto contenuto di fattori antinutrizionali) a partire da materiali genetici sviluppati da IBBA. Inoltre, è previsto lo sviluppo di prodotti innovativi, quali prodotti da forno, paste o snack funzionali destinati a specifiche categorie di consumatori quali diabetici, celiaci o individui con particolari necessità di ferro. A questo scopo è prevista la produzione di farine preparate a partire da diversi genotipi di fagiolo con combinazioni diverse di composti nutrizionalmente utili.
L’obiettivo del progetto ARGENTO è di introdurre in Italia una nuova oleaginosa multiuso, Camelina sativa (L.) Crantz), come una preziosa fonte di olio (ricco di omega-3) e proteine a basso costo per l’alimentazione animale. Pertanto, durante questo progetto verranno valutati gli effetti di diverse tecniche agronomiche sulla qualità finale dei semi di due linee di camelina, allo scopo di migliorare alcuni tratti qualitativi dei semi per l’alimentazione del pollame. Parallelamente all’ottimizzazione delle tecniche agronomiche si eseguirà uno studio approfondito della via biosintetica dei glucosinolati (GLSs), principale composto antinutrizionale presente nei semi della camelina e si provvederà a ridurne la quantità inattivando alcuni geni, identificati come responsabili dell’accumulo dei GLS nel seme, utilizzando la tecnologia del genome editing mediante CRISPR/Cas9.
Il progetto si prefigge di identificare polimorfismi esclusivi nelle sequenze del DNA di Citrus × myrtifoliaecotipo Savona (Chinotto di Savona) con particolare attenzione alle sequenze introniche. L’obiettivo è quello di identificare mutazioni puntiformi uniche per l’ecotipo in esame, caratterizzandolo geneticamente da altre ecotipi diffusi sul territorio nazionale, al fine di valorizzarne la produzioni, incentivandone la coltivazione.
L’attività svolta nel progetto ha come obiettivo l’analisi della variabilità genetica dei loci lattoproteici e lo studio dei loro aplotipi finalizzati alla tutela della biodiversità e all’individuazione di soggetti portatori di combinazioni genetiche favorevoli per la produzione di latti diversificati (più adatti alla trasformazione casearia, con potenziale maggiore digeribilità). Si è proceduto ad analizzare i risultati di genotipizzazione (Illumina beadchip) di tutti i dati storici a disposizione (oltre 220.000 individui di razza Frisona e oltre 600 individui di razza Jersey) in modo da verificare come le frequenze alleliche ai geni delle caseine stiano cambiando in questi ultimi anni. I risultati indicano che l’aumento dell’allele B, favorevole alla caseificazione, e la diminuzione dell’allele E sfavorevole alla k-caseina stanno compensando l’aumento dell’allele A 2 alla β-caseina, mantenendo generalmente una buona proporzione di aplotipi associati a buone proprietà casearie.
Il progetto, che vede il coinvolgimento di diversi dipartimenti dell’Università degli Studi di Milano (DISAA, DIMEVET, VESPA), dei ricercatori del CNR ISPA e CNR IBBA e del Dipartimento DIANA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha come obiettivo primario l’individuazione di pratiche operative che consentano la riduzione dell’uso di antibiotici nell’allevamento delle bovine da latte. Nel corso della ricerca verranno validati protocolli operativi (somministrazione di Aloe arborescens, impiego di batteriocina di Lactococcus lactis subsp. cremoris in pre e post dipping, molecole per inibire Prototheca spp) già testati in via preliminare con risultati positivi intervenendo nell’intero ciclo di lattazione delle bovine.
Il successo del progetto RABoLa consentirà agli allevatori di usufruire di nuove strategie nutraceutiche e alternative all’uso di antibiotici, per potenziare le difese innate degli animali e ridurre l’incidenza e la gravità delle mastiti. La validazione di un efficace protocollo per la messa in asciutta selettiva degli animali porterebbe così all’immediata riduzione dell’impiego preventivo di antibiotici, in linea con quanto richiesto a livello europeo e mondiale.
Nel corso dei secoli il castagno, coltivato per i frutti ed il legname, è divenuto elemento essenziale di sussistenza per molte società delle aree montane e submontane, rivelando le sue potenzialità di specie multifunzionale. Tuttavia, oggi buona parte dei castagneti è in stato di degrado e abbandono, principalmente a causa dello spopolamento delle aree rurali, del cambiamento climatico globale e delle recenti epidemie di parassiti esotici. In un’ottica di recupero e valorizzazione delle risorse genetiche di castagno, il progetto CASTADIVA si propone principalmente di:
Il focus del progetto è la conservazione e la valorizzazione di una biodiversità lombarda ancora poco conosciuta, che rischia di essere persa ancora prima di essere studiata. Il progetto si pone i tre seguenti obiettivi:
1) ampliamento della Banca delle Risorse Genetiche Lombarde – LABank -avviata nel 2008, con l’aggiunta di nuove razze e con l’incremento del materiale genetico di quelle già presenti. Al termine del progetto verrà creata LABank 2.0 quale risultato dell’ampliamento di LABank;
2) creazione del secondo sito della LABank 2.0, per minimizzare il rischio legato a eventuali eventi “catastrofici”, in accordo con le “Linee Guida FAO” (Cryoconservation of animal genetic resources. Animal Production and Health Guidelines No. 12. Complete Book. FAO, Rome p. 222., 2012), con il Piano Nazionale per la Biodiversità di interesse Agricolo (PNBA), emanato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e approvato il 14 Febbraio 2008;
3) sviluppare strumenti per una facile gestione e valorizzazione delle loro razze, in quanto parte importante della biodiversità animale autoctona lombarda, anche al fine di preservare e valorizzare gli agro-ecosistemi ad esse legati.
Il progetto è organizzato in 3 attività principali:
1) Implementazione e aggiornamento della rete di biobanche BioGenRes, con particolare attenzione alle collezioni riconosciute a livello nazionale/internazionale, di campioni di specie animali, vegetali o microrganismi (banche del germoplasma animale e vegetale, ceppoteche microbiche di organismi patogeni/tossigeni, di nematodi, microflora di suoli e acque e microrganismi utilizzati in agro-industria e alimentazione (es. starter microbici per le fermentazioni)).
2) Replicazione (ringiovanimento) e ampliamento del materiale stoccato nelle collezioni. Per le collezioni vegetali e microbiche: moltiplicazione delle accessioni di cui si dispone una esigua quantità di materiale e ringiovanimento delle accessioni i cui i dati di vitalità del seme sono al di sotto degli standard previsti (> 85%). Per le collezioni animali di interesse zootecnico: raccolta e congelamento di materiale genetico di razze locali a completamento di campionamenti effettuati in precedenti progetti o ampliamento del numero di specie e razze conservate nelle criobanche.
3) Caratterizzazione biochimica, molecolare, metabolica, funzionale e fenotipica del materiale conservato nelle biobanche della rete BioGenRes, anche al fine di realizzare studi di associazione e di identificare marcatori associati a caratteri legati alla produzione e/o all’adattamento a fattori di stress biotici e abiotici.