2004: Dottorato di ricerca in Medicina Molecolare (Genomica, Trascrittomica e Tecnologie Correlate) presso l’Università degli Studi di Milano
1998: Abilitazione alla professione di Biologo
1997: Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano
2010-Oggi: Ricercatore a tempo indeterminato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA-CNR), sede di Lodi
2009-2010: Ricercatore a tempo determinato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA-CNR), sede di Lodi
2007-2008: Assegno di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA-CNR), sede di Lodi
2005-2006: Assegno di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche
GENOBU è una idea progettuale originale, innovativa e multidisciplinare che si prefigge di realizzare il sequenziamento del genoma bufalino e di utilizzare le informazioni ottenute per il miglioramento genetico degli animali e la salubrità degli stessi, ed il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agro-alimentari di eccellenza derivanti. Durante il corso del progetto, saranno sviluppati know-how e tecnologie innovative di processo da fornire al settore industriale degli allevatori e dei trasformatori, con gli obiettivi di implementare/modernizzare la gestione e la selezione degli animali in allevamento, certificare le relative produzioni lattiero-casearie e carnee, ed assicurare ai consumatori qualità e sicurezza delle stesse, migliorando così l’efficienza dell’intera filiera produttiva e fornendo così valore aggiunto alle produzioni agroalimentari derivanti.
Il progetto BIO4VERBA nasce dall’esigenza degli allevatori delle razze caprine Verzaschese e Bionda dell’Adamello di salvaguardare e valorizzare le proprie razze locali e i prodotti ad esse collegati.
BIO4VERBA si pone i seguenti obiettivi:
Il programma di ricerca INF-ACT si occupa delle malattie infettive emergenti nell’uomo sia dal punto di vista fondamentale che da quello traslazionale, tenendo conto della salute umana con un approccio “One Health”, includendo animali domestici e selvatici come potenziali serbatoi di malattie e fattori ambientali che aumentano la possibilità di contagio.
Il progetto è focalizzato su tre Nodi di Ricerca “verticali”
e due Nodi di Ricerca “trasversali”
Il Consorzio INF-ACT consta di 25 istituzioni di ricerca pubbliche e private distribuite su tutto il territorio nazionale; il CNR è coinvolto nei Node 1, 3, 4 e 5.
Il progetto vuole fornire evidenze scientifiche a supporto di una revisione del disciplinare di produzione del formaggio Valtellina Casera DOP in un’ottica di miglioramento della qualità del prodotto. A tal fine verrà considerata l’intera filiera produttiva, dall’allevamento alla stagionatura del formaggio verificando l’influenza di alcune scelte produttive sulle caratteristiche del prodotto finito, in termini qualitativi e sensoriali. Nello specifico si andranno a valutare l’influenza di: latte di diversa razza bovina, impiego di latte crudo nel processo caseario, uso di fermenti autoctoni e protettivi, modalità di pressatura della cagliata e modalità di stagionatura del formaggio.
Si valuterà l’influenza sul microbiota del formaggio, attraverso metodi colturali e analisi metagenomica, sui processi (bio)chimici che caratterizzano la maturazione del formaggio, e sulle caratteristiche sensoriali. Le evidenze raggiunte forniranno al consorzio di tutela elementi utili, in primo luogo, ad una puntuale revisione del disciplinare e potranno anche fornire elementi a supporto di una differenziazione del formaggio all’interno della DOP.
Il progetto COVES intende sviluppare e validare una procedura semplificata di campionamento ed analisi su dispositivo portatile e condivisione dei risultati in tempo reale per la rilevazione specifica e sensibile del virus SARS-CoV-2 negli ambienti di lavoro. Tale procedura permetterà alle aziende del territorio di garantire una maggior sicurezza nelle aree di lavoro, riducendo così l’impatto negativo che un’emergenza come quella creata dal COVID-19 ha sull’economia locale e nazionale e diminuendo allo stesso tempo il gap tra la gestione delle informazioni e le soluzioni proposte. Il principale risultato del progetto sarà la messa a punto di un metodo rapido di analisi ambientale per SARS-CoV-2, adatto ad un utilizzo da campo, da parte di operatori non esperti e corredato da una robusta validazione scientifica. Il progetto coinvolge Hyris Ltd, capofila del progetto, che sviluppa la tecnologia, IBBA CNR che avrà in carico le validazioni del metodo e la sede territoriale di Pavia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) che ne validerà “in-situ” l’efficacia su diverse superfici contaminate utilizzando campioni positivi al SARS-CoV-2 a titolo noto.
CARTELLONE – TARGA – POSTER
Obiettivo di questo progetto è la messa a punto di nuovi metodi molecolari specifici per la ricerca di patogeni alimentari lungo la filiera lattiero casearia, in modo da superare le criticità legate alla gestione dei campioni in campo. In particolare il committente Hyris Ltd con questa ricerca intendeva implementare sulla propria piattaforma nuovi metodi di analisi in Real-Time PCR applicabili alla matrice lattiero-casearia, in grado di rilevare sul campo, lungo la filiera produttiva, la presenza di patogeni responsabili di tossinfezioni alimentari.
Il progetto FilAgro intende dare risposte concrete alle esigenze emergenti nel settore dell’agricoltura, legate alla sostenibilità delle produzioni; alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità; al miglioramento della qualità delle produzioni alimentari in termini di salubrità, sicurezza e caratteristiche nutrizionali; allo sviluppo tecnologico e al trasferimento dei risultati al settore produttivo; alla diffusione delle nuove conoscenze; tutti argomenti ritenuti prioritari nei programmi di EXPO 2015, di Horizon 2020 e negli obiettivi del programma triennale 2013-2015 della DG Agricoltura della Regione Lombardia.
L’attività svolta nel progetto ha come obiettivo l’analisi della variabilità genetica dei loci lattoproteici e lo studio dei loro aplotipi finalizzati alla tutela della biodiversità e all’individuazione di soggetti portatori di combinazioni genetiche favorevoli per la produzione di latti diversificati (più adatti alla trasformazione casearia, con potenziale maggiore digeribilità). Si è proceduto ad analizzare i risultati di genotipizzazione (Illumina beadchip) di tutti i dati storici a disposizione (oltre 220.000 individui di razza Frisona e oltre 600 individui di razza Jersey) in modo da verificare come le frequenze alleliche ai geni delle caseine stiano cambiando in questi ultimi anni. I risultati indicano che l’aumento dell’allele B, favorevole alla caseificazione, e la diminuzione dell’allele E sfavorevole alla k-caseina stanno compensando l’aumento dell’allele A 2 alla β-caseina, mantenendo generalmente una buona proporzione di aplotipi associati a buone proprietà casearie.
Il progetto, che vede il coinvolgimento di diversi dipartimenti dell’Università degli Studi di Milano (DISAA, DIMEVET, VESPA), dei ricercatori del CNR ISPA e CNR IBBA e del Dipartimento DIANA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha come obiettivo primario l’individuazione di pratiche operative che consentano la riduzione dell’uso di antibiotici nell’allevamento delle bovine da latte. Nel corso della ricerca verranno validati protocolli operativi (somministrazione di Aloe arborescens, impiego di batteriocina di Lactococcus lactis subsp. cremoris in pre e post dipping, molecole per inibire Prototheca spp) già testati in via preliminare con risultati positivi intervenendo nell’intero ciclo di lattazione delle bovine.
Il successo del progetto RABoLa consentirà agli allevatori di usufruire di nuove strategie nutraceutiche e alternative all’uso di antibiotici, per potenziare le difese innate degli animali e ridurre l’incidenza e la gravità delle mastiti. La validazione di un efficace protocollo per la messa in asciutta selettiva degli animali porterebbe così all’immediata riduzione dell’impiego preventivo di antibiotici, in linea con quanto richiesto a livello europeo e mondiale.
La complessità dell’attuale crisi socio-ecologica globale evidenzia i limiti della scienza specialistica come unica voce in grado di informare le decisioni. Nello scenario contemporaneo, dove i fatti sono incerti, i valori in contrasto e la posta in gioco elevata, il contratto sociale tra scienza, società e politica è in una fase di profonda trasformazione. Per affrontare questo cambiamento, la comunità scientifica si trova a dover rivisitare il proprio ruolo sociale, creando nuove relazioni non solo con la società ma anche con i sistemi ecologici, per generare delle pratiche di ricerca responsabile in grado di produrre conoscenza rilevante. BRIDGES è un progetto di ricerca sociale che sviluppa metodi di ricerca trans-disciplinare e partecipata per rafforzare la relazione tra scienza, società e sistemi ecologici nel contesto italiano. Per farlo, utilizza come studio di caso una specifica questione socio-ecologica complessa, molto rilevante in Italia: la fertilità del suolo.
Scopo del progetto è lo sviluppo di un sistema biologico integrato per depurare le acque reflue generate da un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi Urbani (FORSU), basata sulla capacità della Lemna (o “lenticchia d’acqua”) di tollerare elevate concentrazioni contenuti di azoto e fosforo. Il progetto si propone di sviluppare un sistema sostenibile completamente naturale in grado di ottenere i seguenti obbiettivi:
– un sistema di trattamento biologico delle acque reflue;
– la trasformazione di alcuni inquinanti in materie prime (amido e acidi grassi) impiegabili nelle industrie alimentari e biochimiche, sostituendo prodotti ottenuti dall’agricoltura.
Inoltre il progetto fornirà un contributo alla comprensione del microbioma degradativo presente nella rizosfera delle piante acquatiche impiegate nel sistema, individuando i suoi effetti sulla purificazione del rifiuto solido urbano e, più in generale, sulla qualità microbiologica delle acque.
Il progetto MITICAL si propone, attraverso azioni di ricerca integrate di agronomia, biochimica e biologia molecolare, di aumentare le conoscenze sulla coltivazione della canapa e sull’uso finale di due suoi prodotti: semi e infiorescenze. Il progetto prevede:
Il progetto verrà svolto in collaborazione con aziende agricole di due distretti lombardi (DAMA e DINAMO) che rappresentano i principali fruitori delle conoscenze sviluppate. Inoltre i dati prodotti dalle analisi biochimiche sui semi saranno utilizzabili da aziende agroalimentari e mangimistiche, mentre quelli sulle infiorescenze avranno ricadute nel settore farmaceutico e cosmetico.
FARM-INN ha come obiettivo l’acquisizione di nuovi dati scientifici per migliorare tutta la filiera lattiero-casearia. In particolare le ricerche si focalizzano sulla caratterizzazione delle proprietà tecnologiche e funzionalidelle proteine contenute nel latte (varianti A1 e A2 di beta-caseina) e sull’ impiego di nuovi additivi, da aggiungere nella dieta delle bovine, in grado di ridurre la contaminazione del latte da micotossine (prodotte da funghi) e batteri (clostridi). Con specifiche valutazioni effettuate tramite approccio LCA (Life Cycle Assessment), si verificheranno la sostenibilità ambientale ed economica delle innovazioni introdotte con il progetto nella filiera lattiero casearia. I risultati del progetto contribuiranno infine a garantire al consumatore alimenti più sicuri e a migliorare l’efficienza della produzione riducendo gli scarti di latte e formaggio, causa di gravi perdite economiche per i produttori.
Il progetto si configura come un HUB tecnologico e di ricerca che coinvolge 12 istituti CNR, appartenenti a 4 diversi Dipartimenti, e 4 aziende, i cui obiettivi sono: ottenere prodotti migliorati per le proprietà nutrizionali e funzionali; fornire e implementare tecnologie di precisione per garantire la sicurezza, la tracciabilità e la qualità dei prodotti; sviluppare smart– e active-packaging ecosostenibili e innovativi per minimizzare e recuperare, ove possibile, gli sprechi e aumentare la conservabilità degli alimenti; fornire al consumatore e alle aziende strumenti per la fruibilità dei risultati.
Il progetto USEFUL ha l’obiettivo di risolvere alcune criticità della produzione di formaggi DOP lombardi (Grana Padano e Taleggio) in modo tale da garantire la redditività e la competitività delle imprese di settore. A tal fine saranno quindi sviluppate strategie e strumenti operativi di filiera che permettano di migliorare la qualità microbiologica e tecnologica del latte a livello di stalla e migliorare tutti i processi di caseificazione e stagionatura. Tali obiettivi saranno realizzati attraverso l’integrazione dei 3 sottoprogetti di Coordinamento, Innovazione e Trasferimento.
I risultati attesi sono quindi: 1) individuare nuove procedure aziendali per migliorare la salute degli animali, la sicurezza alimentare e la qualità microbiologica e tecnologica del latte prodotto in stalla; 2) individuare procedure innovative e strumenti operativi da usare in caseificio per monitorare le fasi di caseificazione e stagionatura dei formaggi; 3) definire linee guida, manuali tecnici e fact sheet sulle diverse procedure e tecniche aziendali.
Analisi attraverso il metodo TBP (Tubulin –Based-Polymorphism) di varietà di frumento duro e di varie specie di frumento per la loro identificazione genetica. Produzione di un pannello di sonde moelcolari per il riconoscimento delle principali specie di frumento in prodotti alimentari.
Il progetto, coordinato dall’Università degli di Studi di Milano ha come obiettivo generale la valutazione della potenzialità d’uso di nuove linee di fagiolo a basso contenuto di fattori antinutrizionali e di accessioni di lupino bianco e di lupino azzurro di particolare interesse come fonte proteica innovativa nell’alimentazione del suinetto, sia in termini di efficienza nutrizionale, sia in termini d’impatto ambientale. La sperimentazione in vivo in suinetti allo svezzamento permetterà di valutare l’efficienza alimentare dei nuovi mangimi vegetali, di identificare variazioni del microbiota intestinale associate alle diverse diete che verranno testate e, infine, di valutare l’effettiva biodisponibilità dei macro- e micronutrienti e la riduzione dell’impatto ambientale, sia in termini di minore escrezione di fosforo e minerali, sia dal punto di vista microbiologico. IBBA-CNR si occuperà di analizzare e fornire i materiali genetici di fagiolo e delle attività di analisi del microbiota.
Il progetto MAMMAL mira a migliorare il latte artificiale per l’infanzia determinando l’impatto della lavorazione degli alimenti sulla generazione di proteine specifiche incluse nel prodotto che a loro volta promuovono un microbiota intestinale sano.
MAMMAL prevederà lo sviluppo di una piattaforma che utilizza algoritmi di Machine Learning per elaborare i dati di questa ricerca. Ciò ci consentirà di associare la lavorazione degli alimenti con la generazione di diverse proteine modificate specifiche e di determinare gli effetti che queste hanno sul microbiota intestinale dei bambini. La piattaforma fornirà una guida sulla trasformazione degli alimenti e svilupperà nuove formulazioni proteiche mirate che potrebbero essere utilizzate nella produzione del latte artificiale per l’infanzia. Le aziende che producono latte artificiale potranno utilizzare questa piattaforma per determinare le proteine più utili da includere, aiutandole a sviluppare nuove formule che promuovono un microbiota intestinale sano nelle prime fasi della crescita.
Il Progetto ha come partner accademico il CSIC (Spagna) e come partner industriale la Danone (Francia).
La comprensione della relazione tra dieta, metaboliti e ospite/microbiota è una delle sfide chiave per studiare la nutrizione personalizzata per i segmenti più fragili della popolazione, come i bambini. A questo proposito, l’apparato digerente incompleto del neonato allattato con formule a base di latte può essere influenzato da modificazioni di proteine/carboidrati derivanti dai processi di lavorazione. Poiché che il microbiota intestinale è cruciale per l’omeostasi e lo sviluppo di un sistema immunitario funzionale o l’insorgenza di intolleranze, la sua modulazione attraverso interventi dietetici è uno degli approcci più promettenti.
Il progetto MIGHT innova la produzione di latti artificiali, dimostrando che gli amminoacidi minimamente modificati potrebbero esercitare specifici esiti positivi (produzione di acidi grassi a catena corta, noti per le loro proprietà antinfiammatorie) in presenza di alcune specie microbiche, anche nel caso di una ridotta digeribilità nell’intestino tenue. Inoltre verranno sviluppati tool informatici (ontologie della nutrizione), nonché la strutturazione dei dati verrà gestita tramite risorse di database dedicati. I risultati saranno utilizzati come una serie interconnessa di strumenti innovativi con la progettazione di modifiche mirate di proteine e aminoacidi negli alimenti per altri segmenti fragili della popolazione come agli anziani al fine di migliorare la qualità dei latti artificiali e lo stato di salute del microbiota intestinale.